Modulo 1 Orientamento Secondaria Secondo Grado

Modulo 1 - Orientare i giovani oggi: metodologie, buone pratiche e indicazioni ministeriali

1.1. Incertezza e complessità: il contesto dell’orientamento

“Orientare significa rendere l'individuo capace di prendere coscienza di sé e di progredire per l’adeguamento dei suoi studi e della sua professione alle mutevoli esigenze della vita, con l’obiettivo di contribuire al progresso della società e raggiungere il pieno sviluppo della persona”

Il tema dell’orientamento negli ultimi anni ha ottenuto un’importanza centrale ed è oggi uno dei fattori strategici di sviluppo del paese al fine di prevenire la dispersione e l’abbandono scolastico, oltre a garantire migliori opportunità di crescita culturale, economica e sociale alle nuove generazioni.
L’impegno professionale, la “carriera”, rappresenta oggi un filo che attraversa la nostra realtà, legando il vissuto del proprio lavoro, con le esperienze di studio e formazione, il tempo della famiglia, le scelte del tempo libero e dell’impegno civico. Mentre il concetto di lavoro (e carriera professionale) si modifica, la sfida dei percorsi orientamento non è più relegata al momento della scelta, ma si pone al centro di un processo “di apprendimento intenzionale che supporta individui e gruppi a considerare e riconsiderare il lavoro, il tempo libero e l’apprendimento alla luce di nuove informazioni ed esperienze e di intraprendere azioni sia individuali che collettive come risultato di questo” (Hooley, et al. 2020).
Il passaggio dallo studio al lavoro non è infatti più un percorso lineare, con precise traiettorie secondo schemi prestabiliti e socialmente accettati, come poteva essere fino agli anni ’90: le continue trasformazioni sociali, tecnologiche, ambientali hanno aumentato la complessità e l’incertezza verso il futuro, e reso questa transizione sempre meno netta.

Bruce Feiler, TED speaker e autore di bestseller come “Life is in the Transitions: Mastering Change at any Age” (La vita è nelle transizioni: padroneggiare il cambiamento a qualsiasi età), sostiene che trascorriamo metà della nostra vita in una transizione, volontariamente o meno. Il modo in cui rispondiamo e ci adattiamo a queste transizioni della nostra vita definisce il nostro futuro. Si parla di “messy middle” (disordine nel mezzo) per indicare il momento centrale di una transizione, dove il percorso per affrontarla non è più lineare, ma disordinato e ingarbugliato. Affrontare questa confusione consente di sviluppare solide esperienze e competenze.

L’orientamento, oggi, deve fondarsi anche su una forte base etica di giustizia sociale. Le scelte che compiamo non hanno soltanto effetto per noi, ma rappresentano la nostra idea del mondo e come noi vogliamo incidere su di esso. Orientare significa, quindi, sia assicurare un futuro gratificante alle persone, sia garantire anche la sopravvivenza e la prosperità delle nostre comunità e del mondo di domani.


1.2. Il ruolo della scuola

La società attuale è caratterizzata da un alto livello di complessità, mutevolezza, differenziazione di ruoli e sempre maggiore specializzazione delle competenze; di conseguenza richiede che i contesti educativi promuovano azioni di tipo preventivo che forniscano alle persone competenze e abilità necessarie ad affrontare il futuro e quindi saper scegliere in modo più consapevole in base ai loro interessi e predisposizioni (Arulmani et al. 2014). Il ruolo della scuola è, pertanto, ineludibile. Se partiamo dalla definizione che già nel 1970 durante il Seminario UNESCO di Bratislava era stata data di orientamento, è evidente che i contesti di crescita devono darsi compiti specifici volti a sostenere lo sviluppo individuale:

L’Accordo sull’Orientamento Permanente (20/12/2012) definisce l’orientamento come:

“Un processo volto a facilitare la conoscenza di sé, del contesto formativo, occupazionale, sociale, culturale ed economico di riferimento, delle strategie messe in atto per relazionarsi e interagire con tali realtà, al fine di favorire la maturazione e lo sviluppo delle competenze necessarie per poter definire o ridefinire autonomamente obiettivi personali e professionali aderenti al contesto, elaborare o rielaborare un progetto di vita e di sostenere le scelte relative”.

La sfida della scuola diventa quella di attrezzare le ragazze e i ragazzi nella loro crescita con percorsi di educazione alla scelta, attraverso azioni di promozione della consapevolezza sulle proprie capacità. Questa nuova consapevolezza integra:
  • Competenze
  • Conoscenze
  • Atteggiamenti
  • Emozioni

L’orientamento è un percorso che segna l’intero arco della vita di una persona e comporta che ciascun individuo sia chiamato ad assolvere compiti che, soprattutto in momenti di transizione o difficoltà, gli consentano di prendere decisioni e di attuare scelte, non solo sul piano formativo/professionale, ma anche sotto il profilo relazionale e personale. Tutto ciò richiede che sia previsto un percorso di accompagnamento con precisi compiti da affrontare che consentano al soggetto di poter pianificare il proprio percorso di vita con cognizione, consapevolezza, e responsabilità.
Compito dell’orientamento è quello di supportare il singolo nella realizzazione di un progetto di vita personale e professionale che ha bisogno ancor più di un’azione finalizzata alla costruzione del sé e alla realizzazione sociale del cambiamento, per gestire consapevolmente e attivamente le opportunità e le difficoltà formative e professionali, e per essere capaci di mettere in pratica il proprio progetto di vita in un mondo continuamente in evoluzione.
Per “orientamento”, quindi, si deve intendere un processo continuo in cui siano implicate una complessità di variabili sia individuali (abilità, attitudini, interessi, motivazioni) che socio-culturali (gruppo dei pari, condizionamenti sociali, scuola, famiglia).

Accordo tra Governo, Regioni ed Enti locali, n.152 “Definizione delle linee guida del sistema nazionale dell’orientamento permanente”
https://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/orientamento-e-formazione/focus-on/Formazione/Documents/intesa-conferenza.pdf

Secondo queste premesse, è chiaro come le attività di orientamento non devono essere accompagnate solo da iniziative informative volte alla conoscenza delle opportunità formative e/o lavorative post-diploma, ma è importante prevedere occasioni formative al fine di consentire allo studente di acquisire consapevolezza delle proprie capacità, punti di forza e di debolezza su cui investire.
Tutto ciò ha assunto una rilevanza particolare nella contingenza della pandemia da Covid-19 e, pertanto, la sfida lanciata dal PNRR può essere colta partendo dalla chiarificazione di cosa l’orientamento possa offrire soprattutto nella sua dimensione formativa, che permetta la valorizzazione delle risorse individuali e collettive e degli investimenti in istruzione e politiche per il lavoro, favorendo l’espressione delle potenzialità dei cittadini e delle cittadine di ogni età, genere e provenienza territoriale, sociale ed etnica.
Fare scelte consapevoli di orientamento non è solo una questione del singolo ma è una responsabilità dei sistemi educativi. Questa sfida è stata accolta nel PNRR che prevede una riforma del sistema, introducendo attività per accompagnare studenti e studentesse nella scelta consapevole di prosecuzione del percorso di studi. La riforma prevede che in tutte le scuole, a partire dalla secondaria di primo grado, si realizzi un sistema di orientamento solido ed efficace con azioni di informazione, sensibilizzazione e formazione in rete e in continuità anche con altri enti e servizi territoriali (le istituzioni del territorio, le università, i centri di formazione professionale, il mondo del lavoro, l’associazionismo e il terzo settore) con l’obiettivo di:

  • Superare la frammentarietà degli interventi
  • Assicurare un’offerta di servizi equilibrata e qualitativamente migliore.
Al tema dell’orientamento viene così attribuito uno spazio centrale nell’agenda delle azioni di rilancio della centralità del sistema d’Istruzione e delle Politiche attive del Lavoro, anche in chiave di progettualità della vita professionale di ogni persona.


1.2.1. Il PNRR e il sistema di orientamento

La quarta missione del PNRR, denominata “Istruzione e Ricerca” propone una riforma del sistema di orientamento.

Come si legge, l’orientamento è integrato a livello curricolare e diventa una parte fondamentale del percorso di studi con misure specifiche per accompagnare la transizione scuola-università. Si veda il riferimento all’Investimento 1.6: Orientamento attivo nella transizione scuola-università.

“L’intervento normativo introduce moduli di orientamento formativo - da ricomprendersi all’interno del curriculum complessivo annuale - rivolti alle classi quarte e quinte della scuola secondaria di secondo grado, al fine di accompagnare gli studenti nella scelta consapevole di prosecuzione del percorso di studi o di ulteriore formazione professionalizzante (ITS), propedeutica all’inserimento nel mondo del lavoro.

La riforma sarà implementata attraverso l’introduzione di moduli di orientamento - circa 30 ore annue - nella scuola secondaria di primo e secondo grado, al fine di incentivare l’innalzamento dei livelli di istruzione e la realizzazione di una piattaforma digitale di orientamento, relativa all’offerta formativa terziaria degli Atenei e degli ITS. Infine, verrà ampliata la sperimentazione dei licei e tecnici quadriennali, che attualmente vede coinvolte 100 classi in altrettante scuole sul territorio nazionale e che si intende portare a 1000”. (PNRR, pag. 184 e https://pnrr.istruzione.it/riforma-dellorientamento/ )

L'investimento mira a facilitare e incoraggiare il passaggio dalla scuola secondaria superiore all'università e, allo stesso tempo, ad affrontare gli abbandoni universitari negli anni successivi, contribuendo a porre le basi per il raggiungimento dell'obiettivo strategico di aumentare il numero dei laureati.
L'investimento contribuisce alla qualificazione del sistema educativo attraverso un innalzamento degli indicatori di successo (frequenza scolastica, miglioramento dei livelli di apprendimento, numero di studenti ammessi all'anno accademico successivo, ecc.) e la mitigazione dei divari di genere, entrambi in termini di occupazione e partecipazione all'istruzione superiore in tutti i campi.
La misura, implementata dal Ministero dell’Università e della Ricerca, consiste in un programma di investimenti a favore degli studenti a partire dal terzo anno della scuola superiore, con un risultato atteso di aumento del tasso di transizione tra scuola e università. In particolare, prevede la formazione di 1 milione di studenti, attraverso corsi brevi erogati da docenti universitari e insegnanti scolastici che consentano agli studenti di comprendere meglio l’offerta dei percorsi didattici universitari e di colmare i gap presenti nelle competenze di base che sono richieste. La misura prevede l’erogazione di 50.000 corsi (erogati a partire dal terzo anno della scuola superiore) e la stipula di 6.000 accordi scuola-università (PNRR, pag 184).
Anche la recente dichiarazione del Ministro dell'Università e della Ricerca scientifica, Cristina Messa, in merito alla riforma delle modalità di accesso alla facoltà di Medicina, esplicita la volontà di sostituire il test di accesso con un percorso di orientamento, a partire dal quarto anno, al cui termine lo studente potrà sostenere più volte un esame per verificare le proprie competenze (TOLC Medicina).



1.2.2 Orientamento al centro delle politiche europee

Le risoluzioni del Consiglio d’Europa Istruzione (2004 e 2008) hanno evidenziato la necessità di attivare servizi di orientamento per tutta la durata della vita, al fine di sostenere nei cittadini competenze per gestire il loro apprendimento e la loro carriera, soprattutto nelle transizioni (istruzione/formazione e lavoro), come ribadito nelle “Linee guida nazionali per l’orientamento permanente” 2014 MIUR. Con queste risoluzioni, la scuola diventa il soggetto promotore di orientamento capace di integrare nelle attività didattiche azioni che consentano all’alunno di saper riconoscere le proprie capacità, competenze, interessi, per poter arrivare a prendere decisioni consapevoli riguardo a istruzione, formazione, occupazione.
Disattesi gli obiettivi della Strategia di Lisbona 2010, in cui i capi di Stato e di governo riconobbero il ruolo fondamentale di istruzione e formazione per la crescita e lo sviluppo economico, nacque così la Strategia Europa 2020, i cui obiettivi di tipo sociale ponevano una riflessione circa i percorsi di orientamento e formazione, i quali devono diventare effettivi strumenti di lotta alla disoccupazione. All’interno della scuola occorre sempre più incentivare l’attivazione di percorsi e moduli di didattica orientativa, azioni di informazione orientativa, progetti di continuità, curriculum verticali, nonché azioni di orientamento e sostegno alle scelte e sbocchi occupazionali, collegate ai diversi percorsi formativi scolastici. [Documento Italia, 2020]. Un altro passo importante è stato compiuto con la sottoscrizione del programma Agenda 2030; in particolare, l’Obiettivo 4 dell’Agenda insiste sulla necessità di “Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti” integrando nella programmazione scolastica percorsi e progetti di orientamento e formazione che permettano alle persone di:

  • Sostenere i percorsi di vita individuali
  • Sostenere le transizioni (snodi formativi ed evolutivi)
  • Predisporre percorsi flessibili
  • Sviluppare competenze individuali capaci di gestire la complessità e l’incertezza del “caos vocazionale”

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile - Sustainable Development Goals, SDGs.

Chi non sviluppa queste competenze è a rischio esclusione sociale; pertanto, oggi ci si impegna per costruire curriculum verticali che permettano di sviluppare competenze di tipo trasversale, utili nei diversi contesti di vita dei ragazzi: quello scolastico, quello familiare, quello sociale e lavorativo.
Nelle politiche europee e nazionali l'orientamento lungo tutto il corso della vita è riconosciuto come un diritto permanente di ogni persona, esercitato in forme e modalità diverse e specifiche a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. In tale prospettiva, i decreti ministeriali prevedono il rafforzamento delle attività di orientamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado per sostenere gli studenti nella elaborazione di progetti formativi e professionali adeguati alle proprie capacità ed aspettative.
Inoltre, le riforme della scuola attuate negli ultimi anni hanno portato a un aumento e una differenziazione delle tipologie di indirizzo scolastico che i ragazzi possono scegliere come scuola secondaria di secondo grado da frequentare. L’aumento di possibilità porta a un incremento della complessità della scelta finale della scuola e al sempre più evidente ed urgente bisogno di supportare i ragazzi attraverso percorsi di orientamento volti a favorire, da un lato, la consapevolezza di sé e delle proprie competenze (Varani, 2006 a, b, c) e, dall’altro, la conoscenza delle scuole offerte dal territorio, indipendentemente da quelli che sono i pregiudizi che esistono sulle varie tipologie di percorsi formativi (percorsi liceali, tecnici o professionali).

Con queste premesse, l’azione orientativa diventa altresì strumento per contrastare il fenomeno della dispersione che, in Italia, raggiunge ancora valori superiori alle medie europee.


1.3. Il docente di orientamento

“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia”.

Daniel Pennac

Ogni decisione presuppone la capacità di saper scegliere, ossia utilizzare competenze di decision making e problem solving. Ogni scelta è la fase finale di un processo decisionale che passa attraverso la valutazione delle alternative e la comprensione del contesto e delle risorse: nel caso dell’orientamento accademico/professionale significa considerare le diverse opzioni a disposizione (in termini di costi/benefici) tenendo in considerazione da un lato il momento storico-sociale attuale e futuro, e dall’altro le proprie caratteristiche: i punti di forza e di debolezza che caratterizzano ogni individuo, ogni studente, senza eccezioni.
A partire da queste considerazioni è evidente come oggi sia necessario introdurre l’orientamento il prima possibile, fin dai primi anni della scuola, per consentire a ciascuno di sviluppare competenze di autovalutazione e strategie decisionali che permettano di progettarsi in modo soddisfacente. Esperienze di esplorazione del futuro, di sviluppo di competenze decisionali, di autovalutazione e di autoconsapevolezza sono alcuni degli strumenti che permettono agli alunni di maturare la loro capacità di gestire le transizioni.
In altre parole, è necessario fornire le giuste guide e le giuste mappe per affrontare il proprio percorso, valorizzando tutte le proprie potenzialità (non sempre individuate nel contesto scolastico), accettando/gestendo le proprie debolezze, evitando inutili rinunce e pianificando scenari sostenibili. Un percorso che si sviluppa verso il proprio benessere individuale e che può andare a beneficio dell’intera società. Un percorso non facile e non scontato. Un percorso che richiede di essere orientato, sostenuto, accompagnato, personalizzato.
Sullo sfondo si colloca il soggetto, lo studente, con i suoi bisogni, i diversi percorsi di scelta che gli si presentano, le sue risorse individuali e le opportunità che il contesto offre, affiancate ad una capacità di autovalutazione e di progettualità. Soggetto che, come si è sempre considerato, deve avere un ruolo attivo nella scelta.
Per favorire il processo di scelta, dalla definizione degli obiettivi alla scelta vera e propria, è importante non solo fare un matching fra le caratteristiche dello studente e il percorso scolastico/professionale più adatto, ma tener conto delle aspirazioni dello studente, della sua capacità di partecipare in modo attivo alla propria scelta, ponendosi domande, pianificando scelte, definendo obiettivi a lungo termine. Strategico risulta, quindi, il ruolo del docente nel favorire il processo decisionale, progettando interventi orientativi tali da fornire agli studenti strumenti operativi e competenze.
Tuttavia, l’utilizzo di un’ottica sistemica di osservazione del percorso alla scelta e le ricerche in materia degli ultimi anni (Blustein, 2001; Ferrari, Nota e Soresi, 2007) impongono di considerare centrali anche i contesti prossimi allo studente e, in particolare, assumono un ruolo fondamentale le idee e le aspettative degli adulti che gli sono accanto (Gualdi, Zanetti & Marcarini, 2014). Risulta essere centrale il ruolo dei genitori che, con le loro aspettative, dubbi, ansie, possono influenzare o condizionare le scelte del ragazzo (Castelli, Bramante & Boerchi, 2007). Ma, allo stesso tempo, è cruciale anche il ruolo degli insegnanti che i ragazzi incontrano nel loro percorso di studi.
È noto, infatti, come il ruolo dell’insegnante sia importante per la promozione dell’affezione scolastica, la quale influenza in positivo i risultati accademici e promuove la consapevolezza di sé e la messa in atto di comportamenti prosociali (Van Esbroeck, 2011; Zins et al., 2004).
Da queste considerazioni ne deriva che l’orientamento non deve essere inteso solo come un’azione rivolta allo studente ma esteso al contesto e alle figure che ruotano attorno, come insegnanti e genitori, che diventano agenti del processo di orientamento fornendo supporto continuo, a scuola e a casa. In questa accezione sistemica, trova ampia legittimazione la «didattica orientativa» in quanto occasione per innalzare non solo il livello delle conoscenze, ma anche attraverso azioni formative specifiche per indirizzare la scelta del percorso di studi, integrate da valutazioni di competenze trasversali.

Le life skills
Per competenze trasversali, o life skills, si intendono le risorse personali dello studente relativamente a queste dimensioni:
- Autoefficacia
- Capacità di far fronte ai problemi
- Competenze sociali ed emotive
- Resilienza



1.4. Accompagnare nelle scelte

Di seguito si evidenziano le attività e i passi fondamentali che il “docente che orienta” dovrebbe consigliare per accompagnare i propri studenti nel percorso di scelta, in particolare legato alla formazione post-diploma, universitaria o professionalizzante. Sulla base di tutti questi elementi è fondamentale formare e preparare adeguatamente i nostri ragazzi a cogliere le opportunità che si presenteranno loro. In questo senso la scuola e l'università giocano un ruolo di prim'ordine, soprattutto nell'ottica di una collaborazione tra istituzioni che può portare lo studente, effettivamente e concretamente, a compiere una scelta consapevole e ragionata del proprio percorso formativo in vista non solo di una realizzazione professionale ma anche personale.

Parti dai tuoi interessi, analizza le tue caratteristiche personali, le tue conoscenze e abilità; se noti alcune carenze prova a individuare anche le strategie da mettere in atto per colmarle.
Rifletti sui tuoi interessi, cioè le tue preferenze verso determinate attività o situazioni, in modo da focalizzare la tua scelta solo in alcuni percorsi di studio o corsi di laurea.
Individua i fattori che sono per te determinanti nella scelta del percorso da frequentare.
Confronta tutto ciò che è emerso con le figure professionali esistenti e quelle del futuro, tenendo conto della continua evoluzione del mercato del lavoro.
Raccogli tutte le informazioni sui percorsi formativi e universitari che ti interessano, tenendoti costantemente aggiornata/o sulle diverse attività di orientamento organizzate, consultando le diverse guide disponibili. Consulta la scheda “Cosa succede dopo il diploma?” che ti aiuterà a capire meglio quali sono le opportunità formative.
Consulta i piani di studio dei percorsi e dei corsi di laurea verso cui sei maggiormente orientata/o: analizza gli insegnamenti caratterizzanti e quelli integrativi, e confrontali con le tue aspettative iniziali.
Informati se il percorso scelto prevede un esame d'ammissione o di valutazione della preparazione iniziale; monitora spesso il sito delle scuole e degli Atenei per verificare se ci sono bandi o borse di studio, e le date delle prove d'esame. Partecipa a corsi di preparazione o informati su come prepararti per le prove di ammissione.
Valuta le possibili specializzazioni post-lauream (lauree magistrali, master, corsi di perfezionamento, ecc..) a cui potrai avere accesso con il titolo di studio conseguito, per avere un'idea più chiara delle tue possibilità formative future.
Alla scoperta di.. inizia già a conoscere l’Istituto o l’Ateneo di tuo interesse, scoprendo le strutture e i servizi offerti (aule, mense, biblioteche, laboratori, aule studio, postazioni informatiche), partecipando a eventi divulgativi, Open Day, incontri aperti in presenza o con visite virtuali
Fai il bilancio di quanto hai conosciuto e una valutazione riguardo alle tue aspettative. È arrivato il momento di fare la tua scelta consapevole!


1.5. Conclusioni

È interessante ricostruire l’evolversi del tema dell’orientamento nella storia recente della scuola italiana: già la Direttiva Ministeriale n. 487 del 1997, prevedeva che le attività di orientamento costituissero “parte integrante […] del processo educativo e formativo sin dalla scuola dell’infanzia”; con la Circolare Ministeriale n. 43/2009, sono state emanate le prime Linee guida nazionali per l’orientamento permanente e successivamente, il MIUR ha emesso, con la nota prot. n. 4232 del 19 febbraio 2014, le nuove Linee guida nazionali per l’orientamento permanente.
Nel documento troviamo la significativa affermazione che: “Oggi l’orientamento non è solo lo strumento per gestire la transizione tra scuola, formazione e lavoro, ma assume un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo ed il sostegno nei processi di scelta e decisione, con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale”.
Anche nella Legge 107/2015 (la cosiddetta Buona Scuola), si leggono disposizioni riferite alle attività di orientamento, per prevenire e recuperare l’abbandono e la dispersione scolastica, al fine di garantire le pari opportunità di successo formativo e di istruzione dei cittadini. Negli anni faranno seguito il Piano Nazionale di orientamento, attraverso il quale è stato lanciato il progetto Io scelgo, io studio i Pon per la scuola (Programma Organizzativo Nazionale), il Progetto sperimentale “Mobilità sociale e merito”.

(Paolo Mariano FONTE ANSA.IT)

Allo studente è quindi richiesto un ruolo attivo, ma allo stesso tempo un ascolto delle indicazioni degli insegnanti e degli altri adulti di riferimento; spesso, però, avere a disposizione idee differenti può portare l’alunno a uno stato di indecisione e preoccupazione che riduce le capacità di presa di decisioni responsabili. Ciò implica fare un orientamento serio in cui ciascuno si assuma responsabilità precise ed evitare, in nome di una malintesa libertà di decidere del proprio futuro, che la scelta sia affidata al singolo studente. La libertà di scelta è il punto di arrivo di un percorso di orientamento, non un presupposto di partenza. La responsabilità dell’orientamento deve appartenere alla scuola, la quale dovrebbe mettere in campo una pluralità di strumenti e azioni che consentano allo studente di poter riconoscere e sviluppare le proprie potenzialità individuali, incrementando la sua capacità di saper cogliere opportunità in funzione della propria realizzazione personale. Ripensare i compiti, il significato e gli attori dell’orientamento comporta, in definitiva, una responsabilità che deve essere agita a più livelli che insistono sullo studente, a partire dalla scuola e dai contesti di vita prossimi al singolo studente, che diventano elementi sempre più cruciali nella strutturazione di percorsi di orientamento e supporto alla scelta. Nella fase di transizione tra differenti ordini di scuola, è richiesto allo studente di compiere una scelta che può fortemente influenzare il suo futuro, scolastico e/o professionale, che rappresenta pertanto un nodo cruciale per lo sviluppo della persona e la realizzazione individuale.